Asia, un grande continente per un grande progetto: il giro del mondo in bici

Singapore. Asia. E’ qui che atterra l’aereo di Paola Gianotti e del suo team, in corsa per vincere il primato del giro del mondo. Sono le  4.30 del mattino, giusto alcune ore di riposo concesse dal fuso orario, ed è già il momento di rimettersi in sella. Il camper di supporto, in questa parte del giro,  non ci sarà. La nuova formula di viaggio è bici + macchina, un’auto piccola e stipata di bagagli.

Il primo obiettivo è raggiungere il confine con la Malaysia (potete vedere questo tratto di strada sul nostro sito). Nonostante il caldo è terribile e l’aria satura di umidità, Paola lo raggiunge facilmente. La fila per oltrepassare il confine è un po’ complessa: quella dei motorini (e la bici), da un lato, quella delle auto dall’altro. Alla fine Paola e il team si perdono nel traffico malese ma un poliziotto particolarmente attento, li nota e fa da collegamento tra loro, facendoli ritrovare.

“Brucio dalle cinque alle seimila calorie tutti i giorni, da più di cento tappe”.

“La mattina fette biscottate, marmellata, cereali, frutta, biscotti, tè. Tutto quello che mi passa davanti me lo mangio. E ogni ora, in bici, mangio. Una barretta, una banana, un panino, un pezzo di cioccolata, un frutto. Gnam!”.

Dopo un pranzo frugale causa mancanza di valuta locale e una giornata a pedalare, il gruppo si concede una sosta nella città di Mersing. Lo stress è alto, per il caldo, il fuso orario, il mancato pranzo, la fila alla frontiera… Finalmente una cena “vera”, con pollo piccantissimo, riso e verdure. E il meritato riposo.

Le giornate asiatiche corrono così: piove quasi tutto il giorno ed è complicato far asciugare le tenute da bicicletta. Paola è molto colpita dalla condizione femminile del luogo. “Continuo a pensare alla mia condizione e alla loro. Io che ho deciso di prendere la mia bicicletta e girare il mondo sfidando pericoli, culture e soprattutto il mio destino. Io, in cerca della mia indipendenza e della mia libertà”.

Il confine con la Thailandia è sempre più vicino. La macchina noleggiata a Singapore dev’essere restituita a Singapore e sarà Davide, il fidanzato di Paola, a condurli fino a Bangkok.

All’ultimo minuto, però, quando la Thailandia è a breve distanza, Paola riceve da suo padre una telefonata: il tragitto prefissato è pericoloso a causa di scontri armati tra ribelli musulmani e truppe thailandesi. E’ meglio passare da un’altra parte, superare le montagne. Questo significa una giornata in più sulla bici. Con tutta quella stanchezza nelle gambe è l’ultima cosa che Paola vorrebbe. Eppure è questa la cosa da fare. Quando arriva al confine dopo le montagne è stremata, ma è lì che ritrova Davide. E tutto passa.

“Qui niente moschee, e niente donne con il velo. Pollo e riso, invece, sono più o meno gli stessi. Rimango affascinata dalle grandi statue del Buddha, nei templi che gli sono dedicati”.

Lungo le strade thailandesi Paola incrocia tanti monaci buddisti con i loro abiti color zafferano  e tantissimi bambini che le corrono incontro per salutarla.

E’ stata faticosa l’Asia ma ha saputo mostrarsi in tutto il suo fascino. Il rientro in Europa è imminente e la nostalgia di casa inizia farsi sentire.

“Campi  verdissimi. Palme luccicanti di pioggia. Respiro a fondo il profumo della terra bagnata che mi sale alle narici. Sto pedalando ormai da tredici ore, ma potrei andare avanti all’infinito, io e Hobo un corpo unico proiettato verso un solo obiettivo. Pedalare sulle strade del mondo per conoscere, crescere e vivere”.