Day 3. Gand-Wevelghem/Freccia Vallone

Paolo in assoluto più forte di tutto: pioggia incessante, vento in faccia e salita, siano i muri delle Fiandre oppure le còte della Vallonia.

Quest’oggi abbiamo concluso la giornata per distacco più dura di tutte le altre. Questo perché Paolo non si è limitato a fare una sola delle Sei Classiche, ne ha volute concludere due, più di venti ore complessive sui pedali. Follia pura. 460 chilometri attraverso le Fiandre nella Gand-Wevelghem, con partenza alle due di mattina da Deinze ed arrivo alle 12.45 a Wevelghem, e poi tanto per concludere ancora in sella dalle 15.45 a mezzanotte in giro per la Vallonia. Poi diritto al cimit… alla stanza d’hotel! Si perché domani mattina la sveglia suona relativamente presto, c’è ancora tanto da fare.

Come dicevo parte della squadra è partita con Paolo ancora a notte fonda. La sveglia è suonata all’una, e dopo una frugale “colazione” siamo andati a Deinze, partenza della terza Classica affrontata. Tanto per cambiare pioveva, pareva troppo bello avere un’altra giornata clemente come quella meravigliosa di ieri. Come se non bastasse poi dover pedalare a notte fonda e sotto l’acqua si è alzato anche un vento frontale molto forte, per cui la nottata si è trasformata in una lenta marcia infernale in attesa delle prime luci dell’alba. Più di una volta abbiamo dovuto rallentare per evitare cadute da colpi di sonno. Diciamocelo pure, è stata veramente ma veramente tosta, il tempo e i chilometri non passavano più.

Ma come ci ha detto Paolo alla fine “I veri ultracycler si vedono nel momento di difficoltà”. E lui è stato bravissimo a gestirsi, parare i colpi avversi del clima, per poi rilanciarsi ad inizio del giorno, ritrovando il giusto passo e delle ottime medie. Così dopo la prima parte piatta il percorso ha iniziato a muoversi, e Paolo ha affrontato in sequenza i 18 muri che prevede la Gand-Wevelghem. Un continuo su e giù attraverso le dolci colline del Belgio orientale, con le tipiche salite corte ma secche. Una su tutte il celeberrimo Kemmelberg, una rampa di 300 metri con l’assurda pendenza del 23%. Alla fine dopo più di dieci ore ci siamo avviati verso l’arrivo, con più fiducia anche grazie al miglioramento del tempo.

Nemmeno il tempo di respirare e la squadra si è mossa in direzione di Marche en Famenne, dove è iniziata la seconda gara di giornata, la Freccia Vallone. Un trasferimento lungo tutto il Belgio, dalla regione delle Fiandre sino in Vallonia. Sulla carta la Flèche (come chiamano qui la Freccia) è meno dura della sorella fiamminga, ma presenta sei notevoli asperità chiamate còte, l’equivalente dei muri delle Fiandre.

Il percorso di 208 km è veramente spettacolare, risale dal profondo sud vallone attraverso le ondulate colline della regione (non a caso da qui deriva il termine “vallonato”, cioè molto mosso). Dopo un lungo tratto molto percorribile il percorso si sposta attorno alla città di Huy, dove Paolo ha affrontato le sei còte previste, tra cui la più bella e spettacolare, quella di Huy, un muro quasi verticale al 22% che ha chiuso la fatica della Freccia.

Meglio il tempo nella seconda gara anche se un acquazzone ci ha bloccati a metà strada, ma niente di grave. In compenso dopo la piovuta è uscito il tipico e meraviglioso sole belga, molto alto sull’orizzonte nonostante fossero le 19.30, che ha istantaneamente inondato di una luce dorata tutto il paesaggio. Una luminosità così forte da sembrare tangibile, che meraviglia!

E adesso sotto con la Liegi-Bastogne-Liegi! Non si molla nulla!

 
Articolo di Federico Pozzer, vedi l’originale: http://www.paoloaste.com/news/day-3-gand-wevelghem-freccia-vallone/

Foto: Nicodmovalerio