L’esame di riparazione per molti big, la prima grande corsa a tappe per tanti giovani, una grande occasione per tutti. Tra i grandi giri, la Vuelta è quella che storicamente propone una corsa meno bloccata, più aperta e scoppiettante. Proprio per questo gli organizzatori non hanno voluto cambiare la filosofia alla quale si sono ispirati negli ultimi anni: tappe brevi, tanti arrivi in salita (alcuni dei quali in realtà sono i classici muri) e le giuste occasioni anche per i velocisti.
Per quanto riguarda previsioni e pronostici, il discorso è praticamente impossibile a mento di 20 giorni di distanza dal via: bisogna vedere, infatti, quali reduci dal Tour de France decideranno di schierarsi al via della Vuelta, magari alla ricerca di un riscatto, e in che condizioni arriveranno corridori come Carapaz e Lopez – tanto per fare due nomi – che dopo il Giro d’Italia non abbiamo più visto in corsa. Certo il forfait di Tom Dumoulin (troppo indietro con la preparazione), Egan Bernal, troppo giovane per 2 grandi corse a tappe. Di sicuro ci aspetta una gara vibrante e vivace, spettacolare e combattuta, capace di regalare emozioni e sorprese. Seguite la corsa con noi fino al traguardo finale di Madrid, sicuramente ci sarà da divertirsi.
LA CORSA IN SINTESI:
- 9 TAPPE DI MONTAGNA
- 2 CRONOMETRO
- 6 PIANEGGIANTI
- 4 DI MEDIA DIFFICOLTA’
Si partirà dalla Costa Brava con una cronosquadre a Salinas de Torrevieja: 18 chilometri ad altssima velocità.
A proposito di cronometro, ce ne sarà solo un’altra, ovviamente individuale, alla decima tappa, dopo il primo giorno di stop. Da affrontare 36,1 chilometri in terra francese con arrivo a Pau dove la Vuelta, proprio come ha recentemente fatto il Tour, ha scelto di riposare.
Il primo arrivo in salita arriverà alla quinta tappa, con il traguardo all’osservatorio astrofisico di Javalambre: non è durissimo, ma servirà a dare una prima fisionomia alla classifica generale.
La tappa più attesa, che promette di definire i valori in campo, è la nona, che si disputa sule strade di Andorra: in soli 96 chilometri ci sono da affrontare il Coll d’Ordino, il Coll de la Gallina e l’Alto Els Cortals, il primo e l’ultimo di prima categoria e l’altro di Hors Categorie, con tanto di tratto in sterrato prima dell’ascesa finale.
Molto attesa anche la tappa basca – la tredicesima, in programma venerdì sei settembre – che da Bilbao porta a Los Machucos con ben sette gran premi della montagna e un arrivo in quota molto esigente: su queste rampe, le cui pendenze variano continuamente e arrivano a tocare più volte il 25%, nell’edizione 2017 andò in difficoltà Chris Froome, concedendo ben 1’30” ad Alberto Contador.
Due giorni più tardi, altra frazione che promette spettacolo sulla strada che conduce al Puerto del Acebo: l’ascesa finale è di 9 chilometri all’8% di pendenza media con punte che vanno a toccare il 16%. Sulla carta, la settimana conclusiva sembra meno impegnativa del solito, ci sono almeno un paio di occasioni per i velocisti dopo il secondo giorno di riposo e anche l’ulti- ma frazione di montagna, in program- ma alla vigilia della conclusione, non sembra far paura: la salita al traguardo dell’Alto de Gredos tocca appena il 7% di pendenza media, ma è solo di quattro chilometri.