Giro di boa per Paola Gianotti, la metà del viaggio negli Stati Uniti è superata

24 Stati in 24 giorni: il viaggio di 48 Stati in 48 giorni di Paola Gianotti prosegue come da tabella di marcia. Ma la monotonia del paesaggio e il pensiero dei tanti chilometri ancora da percorrere a volte scuotono l’equilibrio dell’ultracycler. Ecco cosa ci ha raccontato Paola a questo proposito.

“Il viaggio procede molto bene, sono esattamente a metà percorso. Sono entrata nel ventiquattresimo Stato, l’Arkansas, nel ventiquattresimo giorno. Sono circa 6.500 i chilometri che ho percorso, quindi ho compiuto il giro di boa e da domani procederò per completare gli altri ventiquattro stati. Per ora è andato tutto bene, però mi trovo in un momento di scarico motivazionale, perché devo fare ancora più di 5.000 chilometri e il paesaggio è molto monotono”.

“Dopo l’Arizona sono entrata in Texas per pochissimi chilometri, dopodiché ho iniziato la strada verso il Colorado, e dal Colorado fino a qui il paesaggio è stato più o meno uguale. Circa 3.500 chilometri di percorso molto simile. Sono circondata sempre da campi; la zona del Colorado non è stata così male perché offre spazi molto ampi e strade molto grandi. Non c’era praticamente nessuno e quindi mi è piaciuta la sensazione di trovarmi immersa in quegli spazi infiniti. Poi sono passata in Nebraska per poi entrare in South Dakota. Questo Paese è uno di quelli dove ho fatto più chilometri, quasi 1.000, attraversando luoghi con tantissimi campi. In realtà non ho molto da raccontare dal punto di vista paesaggistico perché sono 3.500 chilometri che vedo campi”.

“Anche il South Dakota però è uno Stato con pochissimi abitanti quindi posso dire che mi è piaciuto. Ho iniziato la mia discesa verso sud e adesso sto ancora scendendo. Ora mi trovo una trentina di chilometri a sud di Memphis. Le giornate procedono così: mi alzo verso le 4.30 del mattino, io e il mio staff partiamo verso le 5.30. Faccio colazione con la pasta e tanti carboidrati dopodiché parto e mangio ogni ora. Verso le 13.30 mi fermo per una breve sosta pranzo e poi proseguo a pedalare fino alle 20-20.30. Sto mantenendo una media di circa 285 chilometri al giorno e sto trovando tantissime giornate di vento, veramente tante. Domani sarà di nuovo una giornata contro vento e quindi stasera sono di pessimo umore!”.

“Mi sento un po’ in preda alla crisi dei 6.000: arrivando a metà percorso non sai bene se guardare i chilometri che hai già percorso, che sono tanti, oppure quelli che ti mancano, che sono altrettanti. Quella giornaliera dei duecento è una crisi che ho abbastanza superato, mi era venuta perché avevo smesso di fare la pausa pranzo per andare più veloce e quindi ero in carenza di zuccheri, poiché non riuscivo a mangiare abbastanza . Quando ho reinserito la pasta a pranzo ho ricominciato a stare bene. Diciamo che il momento della giornata in cui arrivo a duecento chilometri e so che mi sono proposta di farne ancora almeno altri ottanta, è un po’ critico perché penso che sono ancora lunghi e quindi ho un breve momento di crisi”.

Ma non c’è da preoccuparsi. Ecco cosa scrive Paola sulla sua pagina Facebook il giorno dopo la nostra intervista: “287km nella mia venticinquesima tappa dopo 14 ore sotto un sole cocente, umidità al 70%, uno sfinente vento contro, un continuo sali e scendi in un duro ma interessante Mississippi! La mia unica distrazione mentale: raccogliere targhe perse dalle macchine, ecco il mio bottino! E ora cotta a puntino, a nanna! Buon risveglio Italia!”.

paola gianotti foto targhe