GIRO D’ITALIA: FROOME NON E’ PIU’ LUI? E INVECE CRESCERA’.. ECCO PERCHE’

Froome non è quelle che conosciamo, Froome non va, la maledizione del Giro per il Team Sky.. sono queste alcune delle frasi più ricorrenti da parte dei soliti gufi sempre pronti a volteggiare sulle disgrazie, in questi primi giorni di corsa rosa. A dire il vero i bersagliati sono 2: oltre all’inglese anche Fabio Aru, sarto del team UAE.

L’arrivo all’Etna ha premiato Esteban Chavez e Simon Yates, rispettivamente con la tappa e la maglia rosa. Si è trattato di una frazione che ha riservato diversi colpi di scena. Il primo legato alla svista del gruppo che ha lasciato andare una fuga gigantesca. Il secondo quello di aver permesso ad un pesce grosso come Chavez, che 2 anni fa su secondo al Giro alle spalle di Vincenzo Nibali, di prendere il largo.

La nostra attenzione è però su Chriss Froome che, come dicevamo, molti danno già per pronto a ritirarsi per puntare ancora una volta sul Tour de France.

Non è però questa la situazione attuale e ci sono buoni motivi per guardare avanti con ottimismo per il britannico. Partiamo da una valutazione prettamente tecnica a proposto della tappa vulcanica siciliana. La frazione era molto corta con un finale esplosivo che infatti ha premiato atleti scattanti. Froome è un fondista, uno che ha bisogno di fare fatica e, se possibile, di farla in modo regolare. Le frullate sono poi delle chicche che vengono erogate sempre con minor frequenza, perchè richiedono un cambio di ritmo spaventoso e condizioni a lui più favorevoli. Le salite del Tour de France sono sì, lunghissime, ma rispetto a quelle italiane sono delle autostrade. Salitone da rapporto, per motoroni in grado di sprigionare cavalli ad oltranza. In Italia il discorso è diverso, strade più tortuose e corsa meno controllabile. L’atra caratteristica dello stile Froome è quella di far lavorare la squadra a lungo e fiaccare gli avversari, ma non sullo scatto secco. Un lavoro costante, di ritmo alto e in grado di finire gli avversari per esaltare il suo fondo atletico. Ricordiamo che si tratta pur sempre di un atleta di 1,86 m.

 

Ci sono poi dalla sua parte l’esperienza (qualche Tour de France ed una Vuelta Espana li ha pur vinti) e la voglia di nuove sfide. Il Giro manca alla sua collezione e per un ragazzo ambizioso come il britannico questa è una sfida che vale la pena di essere combattuta. Resta poi quella bella crono da Trento a Rovereto, piatta come un bigliardo e adatta a lui e Tom Dumoulin.

Froome spacciato? Tranquilli arriverà.

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