20′ AL TOP PER SALVAR LA GAMBA

Non sempre un ciclista esprime il meglio di sé nei finali di corsa. Soprattutto durante le gare a tappe ci sono molte dinamiche che entrano in gioco. Ogni corridore ha un obiettivo di giornata e generale. C’è chi si risparmia in vista delle frazioni più favorevoli alle proprie caratteristiche. Ci sono invece casi in cui si deve lavorare per il proprio capitano in una determinata fase, oppure si va al massimo per azzeccare la fuga buona.

Analizziamo ora uno di questi casi specifici. Il nostro tester è sempre Davide Martinelli (Quick Step) che ci ha segnalato la tappa da Valdengo a Bergamo. “L’ho scelta perché mi è piaciuta molto” – spiega il bresciano – “e poi è stata bellissima anche per la grande presenza di pubblico sulle strade”.

Il finale è piuttosto ostico con le scalate del Selvino ed poi quella di Città Alta a Bergamo.

L’analisi è curata da Rubens Bertogliati

La 15^ tappa del Giro d’Italia é stata corsa ad andatura folle nelle prime due ore di gara ed anche nel file di Davide Martinelli possiamo vedere le grandi velocità che ha dovuto sostenere per rimanere in mezzo al gruppo e per cercare di favorire l’entrata di un compagno di squadra nella fuga buona di giornata. Sulla carta era una tappa ideale per gli attaccanti da lontano ma quel giorno gli uomini della generale non hanno lasciato spazio e si sono voluti giocare la vittoria e gli abbuoni ad essa relativi.

Davide ha comunque cercato di tenere duro all’inizio della prima salita di giornata visto che l’arrivo era ancora lontano. Poi in seguito sulla salita del Selvino e da lì fino all’arrivo, giustamente, è rimasto tranquillo nel gruppetto cercando di pensare alle prossime tappe molto difficili.

Si vede chiaramente come quel giorno egli abbia espresso la massima potenza per 20 minuti proprio sulla prima salita mentre sulla seconda si è limitato a salire di buon passo ma regolare.

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