Il giro del mondo di Paola Gianotti prosegue in Australia

Il record del giro del mondo in bicicletta di Paola Gianotti si avvicina sempre più alla fase finale. Ma i continenti sono grandi, le distanze enormi. Soprattutto in un Paese come l’Australia, fatto di paesaggi sconfinati e di un deserto tutt’altro che facile d attraversare.

Per arrivare a Brisbane servono tre giorni di decolli e atterraggi. L’Australia è davvero lontana. L’autista in questa nuova parte del giro del mondo sarà Nico, un ragazzo  italo-filippino di trentadue anni, che entra subito a far parte del team.

“ Si ride, si scherza, si pedala. Io sto bene, no benissimo. Il collo fa il bravo, non mi dà grossi problemi, giusto qualche doloretto ogni tanto”.

La partenza nelle lunghe strade australiane, per niente pianeggianti, è tutte le mattine alle 5, a volte con un tempo da lupi (puoi vedere la prima tappa Australiana qui). Traffico, vento forte, incredibili dislivelli si accumulano giorno dopo giorno. “Oltre tremila metri nelle ultime cinque o sei tappe, un saliscendi continuo che presenta pendenze superiori al 10 per cento”. Lungo i duemila chilometri percorsi da Paola fino a quel momento sono tanti gli animali incrociati: pappagalli, wallabies, serpenti e insetti, cigni neri, koala, mucche, pecore, gazze…

E non mancano gli incontri con gli abitanti. “Quando si passano tutte queste ore in bicicletta ogni particolare ha il suo peso. Un sorriso o un saluto di uno sconosciuto aiuta a superare un momento di difficoltà , di solitudine o di nostalgia. E’ la nostra umanità, che ha sempre bisogno di affiorare”.

Paola, in Australia, deve affrontare un’altra grande sfida: attraversare il deserto del Nullarbor, più di mille chilometri da fare in bicicletta. Un’impresa che lascia perplessi quanti ne vengono a conoscenza per via del vento eccessivo, del caldo soffocante, della mancanza di posti dove poter trovare cibo e acqua.

Il team è pronto, si parte. Il primo tratto del deserto è senza alberi, dopodiché il paesaggio cambia continuamente, anche perché di tanto in tanto si avvicina all’oceano. Quasi a metà strada si trova un rettilineo di centoquaranta chilometri, neanche una curva, una delle vie più lunghe al mondo. Paola la affronta con una grande volontà: il caldo è insopportabile, il vento contro . Pedalare in questo deserto è davvero difficile. “Il sole inizia a scomparire mentre aumentano i chilometri sul mio computer. Ho raggiunto e superato i 100 chilometri rispetto ai 144 circa totali di questa eterna striscia di asfalto. C’è buio. Il buio non mi fa percepire quanto sia noiosa da percorrere. Decido di proseguire un’altra ora. Via, sotto le stelle nel deserto del Nullarbor”.

Il giorno dopo sveglia prima dell’alba. Senza praticamente rendersene conto, Paola termina il rettilineo. Se ne rende conto quanto legge il cartello “Attenzione tra 500 metri c’è una curva”.

Impiega quattro giorni e mezzo per attraversare il Nullarbor. Negli ultimi cinque chilometri diversi cartelli indicano la presenza di un museo, di una scuola, di un benzinaio, di una biblioteca. L’ultimo è il più esilarante, perché recita “tra 1 chilometro cappuccino”.

Il cappuccino più buono del mondo per Paola e il suo team, perché segna la fine della parte australiana del loro giro del mondo in bicicletta. Il record è sempre più vicino. Non resta che impacchettare Hobo e raggiungere l’aeroporto più vicino per volare in un altro magico continente, tutto da scoprire: l’Asia.

 

To be continued…

It takes three days of flights and landings to arrive in Brisbane (you can see the first stage on this page). Australia is really far. In this new stage of the world tour the driver will be Nico, an Italo-Philippine thirty-two year old guy who is now part of the team.