TOUR OF OMAN: ECCO COME SONO ARRIVATO PRONTO

Photo: @gettyimages

Ormai ci siamo, tra poco si debutta in Oman e Davide Martinelli (Quick Step Floors) è impegnato nei lavori di rifinitura della condizione atletica. Nei giorni scorsi il programma prevedeva uscite di una certa importanza che in un paio di occasioni hanno toccato i 170 chilometri.

 

“E’ vero – precisa Davide – gli ultimi allenamenti lunghi si svolgono una settimana prima dell’obiettivo. Si tratta di distanze importanti senza grandi lavori e con l’avvicinarsi del debutto si calano le ore in sella e si mantiene la qualità. Chiusa questa fase si effettuano uscite di 2 ore, due ore e mezza, con l’inserimento di un paio di giorni di riposo. In pratica i 5 giorni che precedono la gara costituiscono una fase di scarico. Il grosso del lavoro è stato fatto e non resta che rifinire con delle uscite dietro motore a intensità non elevata per velocizzare a 100-110 rpm”.

 

Ricordiamo che prima di arrivare a questa fase siamo già passati attraverso 3 training camp in cui sono stati messi nelle gambe importanti blocchi di lavoro come potete leggere qui:

1° TRAINING CAMP

2° TRAINING CAMP

Sono tutte attività che fanno parte di un programma stilato sempre con il supporto del preparatore atletico del team, una figura fondamentale per ogni corridore e con cui è bene avere un rapporto costante e aperto, per capire assieme quali siano le attività più adatte per una tipologia di atleta. Concordare il programma è fondamentale perché in un corridore ci sono equilibri delicati.

 

“Ad esempio un fisico come il mio – continua Davide – non deve fare troppe salite perché se lavoro sulla resistenza penalizzo la forza esplosiva. E’ possibile svolgere un periodo in cui, come prima del Giro 2017 molto duro, è importante andar bene in salita per riuscire ad arrivare ancora brillante nella volata finale (lavora per il velocista Fernando Gaviria maglia ciclaminio al Giro2017).

Facendo un passo indietro, probabilmente uno dei momenti più importanti per la fase di preparazione atletica è l’istante dei meno 15 giorni alla corsa. In quel periodo viene combinata la qualità con allenamenti a tutta, ossia al massimo del potenziale.

Questo cosa comporta?

 

“Che effettuiamo le ripetute di 5-10 minuti alla soglia e l’interval training 40-20. Vuol dire che svolgiamo 40” di grande intensità a cui seguono 20” di recupero. Il tutto viene ripetuto per 10 volte che poi danno un totale di 10’ di sessione. Si effettuano 3 serie di queste ripetizioni da 10’ con un riposo di 15’ fra una sessione e l’altra. Per svolgere un’attività del genere è necessario trovare una salita con una pendenza media tra il 6 e l’8%”.

A cosa serve esattamente questo lavoro?

“Durante le ripetute si sviluppa una velocità ed un wattaggio medio quasi paragonabile a quelli di gara con una salita fatta forte. Il vantaggio è che in questo modo si attiva più del solito il muscolo e si ha il tempo per recuperare. Apparentemente sembra un allenamento meno duro ma in realtà quando analizziamo il dato verifichiamo che è stato fatto un grande lavoro con dei fuori soglia da 550 watt, e recupero, che portano a un risultato di 415 watt medi. Reputavo questi 40-20 fondamentali per la prima gara in Oman e credo di averli chiusi bene”.

NON SOLO BICI: “Come sapete abbino in parallelo al ciclismo un lavoro in palestra – prosegue Davide – dove non si sostengono carichi elevati. Si mantiene però un determinato gesto. Il muscolo che ha una sua memoria lo sa mantenere così che, quando tornerò dall’Oman, potrò continuare ad allenarmi in palestra senza problemi perché il mio fisico se ne ricorderà. Si tratta di esercizi che porterò avanti fino a primavera”.

Il core stability è l’altra attività importante e riguarda addominali, dorsali e muscoli della schiena. 2-3 volte a settimana voglio lavorare su questo dettaglio. Quando cresce il numero di gare poi ci si concentra sulle corse con tutte le forze e l’attività di core stability viene ridotta. I benefici, dal mio punto di vista sono molti. Se riesci a pedalare 5 ore di corsa senza mal di schiena sei avvantaggiato alla grande. Scendere di sella ed essere ancora in buone condizioni è un bel plus. Ad esempio l’ultima settimana del Giro d’Italia 2017 mi ha visto pedalare per 30 ore in sella senza mal di schiena. Vuol dire che sei fortunato. In una frazione come quella dello Stelvio da 7 ore 20, rischi di scendere dalla bici che non stai in piedi… È un investimento che fai per evitare intoppi”.

 

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