SARA, FINISHER CON IL SOGNO DI KONA

Determinazione e grinta non le mancano. Un sogno ben chiaro nella mente: la partecipazione ai Campionati Mondiali di Triathlon alle Hawaii, a Kona. Sara Fusetti è una rodigina, così si chiamano gli abitanti della provincia di Rovigo e ha preso parte al Training Camp di Lanzarote dove Sport Plus Health ha curato la parte di preparazione scientifica aiutando gli atleti a capire il loro potenziale, evitare il sovraccarico e importare un piano di lavoro adeguato.

Sara da 5 anni pratica con grande impegno il triathlon e ci svela le motivazioni che l’hanno spinta a lanciarsi in questa avventura così impegnativa:

La passione per il triathlon è una sfida. Ho sempre guardato con ammirazione chi faceva praticava questo sport. La mia voglia era quella di mettermi in gioco.

La prima gara è stata uno Sprint a Rimini. Da lì è partito il tutto. Cercavo una valvola di sfogo e il triathlon lo è eccome. Se non lo fai stai male. E’ una componente indispensabile della mia vita”.

Un inizio classico per poi avviare un percorso impegnativo:

“Una progressione fino ad arrivare ad essere una finisher in un Ironman, che è una cosa meravigliosa. Il primo Ironman, a Venezia (11h:26’), è stato bellissimo. Ho pianto. Appena lo finisci pensi al prossimo. In 6 mesi ho preparato il secondo”.

Per Sara un impegno importante alla luce del fatto che, come molte donne, è una mamma impegnata nel lavoro.

“Ci si deve organizzare. Sono seguita da un coach e mi pianifico la settimana. La mia giornata inizia alle 6:15 del mattino. Ho 2 pomeriggi liberi a settimana e ci metto gli allenamenti lunghi . Altrimenti il mio spazio è dopo le 18 e la famiglia si  è dovuta adeguare. Anche il bucato e le attività domestiche le faccio al mattino presto”.

Cosa ti motiva?

“La voglia di migliorarmi e di diventare sempre più forte. Il mio sogno è andare a Kona. Ci sono andata vicina e continuo a sfiorare l’obiettivo. (Ha appena concluso l’Ironman di Vichy dove ha capito di essere ormai pronta).

Quali sono le paure del triathleta?

“La principale è di non farcela a portare a casa la gara, mentre durante l’Ironman è quella di non riuscire a fare il tempo migliore rispetto al precedente. Ogni competizione è una storia a se, ma l’obiettivo più importante è la sfida con te stessa e, ovviamente, fare meglio delle avversarie”.

Perché si sceglie un camp come quello di Lanzarote Training Camps by Sportplushealth?

“Perché si vive una settimana come un’atleta. Capisci quanto è duro fare più allenamenti combinati durante la giornata. E’ un motivo in più per capire dove puoi arrivare. Mi piace molto questa vita”.

Durante il camp hai messo a dura prova te stessa?

“Sono andata alla ricerca dei miei limiti e anche oltre. A gennaio, nel camp precedente, ero molto più stanca. In questa nuova esperienza ho fatto meno fatica. Ho corso con Degasperi a 4’:07” al chilometro, cosa che prima non avevo mai fatto.

Il riscontro le progetto SPH e Lanzarote Training Camps

“È stato positivo perché mi ha dato un’ulteriore conferma che devo lavorare sui lavori specifici e meno sul fondo. Mi ha colpito molto il fatto che il coach Paolo mi abbia subito inquadrata che e abbia subito ben interpretato i miei dati.

Concedi poco riposo al tuo fisico?

“Forse è vero, si riposa poco in settimana. Io e il mio compagno Alessio facciamo dei lavor impegnativi. Nel week end ci alleniamo e non possiamo fare a meno.

In settimana alterno nuoto corsa e il fine settimana un lungo. Esco con un gruppo di giovanotti che in bici vanno a 45 km di media, c’è poco margine per riposare”.

 

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