TOUR OF POLAND: UNA TAPPA DI PIANURA PUO’ ESSERE PIU’ FATICOSA DI UNA VALLONATA

(LAVORARE PER TIRARE UNA VOLATA PUO’ RICHIEDERE UNO SFORZO GRANDISSIMO – GETTY PHOTO)

Il quarto giorno di gare ha portato il Tour de Pologne in montagna. Dopo la partenza a Jaworzno, i corridori si sono diretti verso sud. Nella prima parte pianura con tre sprint intermedi – a Myslowice, Chelm Slaski e Wilamowice. Il gruppo si è trasferito  nella pittoresca regione di Beskid Slaski, dove si trovano quattro salite di 1a categoria. I ciclisti hanno affrontato due volte Zameczek e due volte la salita di Salmopol a Szczyrk. Dopo aver completato due giri collinari lunghi 20 chilometri per poi arrivare a Szczyrk.

Ha vinto l’idolo di casa Kwiatowsky, ma cosa hanno fatto i corridori che non puntavano alla classifica, quelli come il nostro Davide Martinelli che puntavano a salvare la gamba?

Davide ci presenta innanzitutto il suo compagno Alvaro Hodeg, bella promessa colombiana dello sprint. “E’ molto forte. Questa primavera ha già vinto in Belgio e alla Vuelta Cataluna.

“Noi velocisti abbiamo puntato a salvarci – racconta Davide – prima parte semplice e seconda parte con salite lunghe. Quindi puntavamo a salvare la gamba. Qui in Polonia si sta abbastanza bene con temperature tra i 28 e 33°”.

L’ANALISI DEL COACH:

Il filo conduttore tra le 2 analisi è la differenza di watt e di bpm medi in 2 frazioni affrontate con scopi completamente differenti. La prima tappa, con arrivo pianeggiate e in cui si doveva tirare la volata, mentre la seconda presentava un percorso più impegnativo.
Nelle 2 gare Davide aveva due compiti ben distinti: Nella prima il suo scopo era quello di preparare lo sprint finale, come già analizzato nell’articolo precedente, mentre nella seconda tappa, in data 7/08, aveva lo scopo di “salvare la gamba” come si suol dire in gergo ciclistico.
Abbiamo voluto analizzare gli ultimi 60 km delle rispettive tappe.
  1. La prima, pianeggiante, è stata affrontata ad un wattaggio medio di 220 watt e 149 bpm medi e quindi come si può ben intuire, è stato prodotto uno sforzo importante.
  2. Nella seconda frazione la stessa distanza è stata percorsa ad una media di 180 watt e 131 battiti medi, quindi ad un’intensità ridotta sia di watt che di FC.
Questi dati ci aiutano a capire quanto un atleta abbia faticato in una tappa e quanta energia può essere ancora utilizzabile nelle prove a seguire.
Oltre ai watt medi bisogna prendere in considerazione anche come sono stati affrontati i percorsi. Nella seconda tappa, per arrivare al proprio obiettivo, si ha cercato di evitare il più possibile le variazioni di ritmo improvvise e violente, cosa impossibile da fare in un finale con le squadre dei velocisti che preparano la volata.
TAPPA 1
TAPPA 2
Non è quindi detto che per affrontare una tappa di pianura si faccia meno fatica rispetto ad una ondulata. 40 watt medi di differenza sono un bel gap.
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