Tuscany Camp: la storia di Stefano La Rosa, uno dei tre italiani che rappresenterà l’Italia alle prossime Olimpiadi

Il Tuscany Camp di Rocco a Pilli, in provincia di Siena, dal 2014 ospita e allena una rosa di atleti d’eccellenza italiani e africani che spesso hanno alle spalle storie personali molto particolari.Abbiamo chiesto a Giuseppe Giambrone, ideatore e fondatore del  Camp, di raccontarcele. La prima riguarda Stefano La Rosa, uno dei runner più rappresentativi di questa importante realtà sportiva.

Stefano La Rosa, grossetano, classe 1985, si è messo in luce da junior, guadagnandosi già al primo anno di categoria la partecipazione ai mondiali di cross 2003. Nel 2004 ha fatto doppietta (1500/5000 metri) ai campionati italiani di categoria e ha poi preso parte ai mondiali juniores, dove ha stabilito il personale sui 5000 metri. Ha ricevuto un premio per i suoi progressi nel dicembre 2006, con l’argento nella prova a squadre U23 degli europei di campestre, dopo una notevole prestazione individuale sui prati di San Giorgio su Legnano. Il 2008 è la stagione del suo primo titolo italiano assoluto, sui 10.000 metri, mentre nell’edizione successiva fa doppietta vincendo anche i 5000: su questa distanza si ripete nel 2010 nella sua città, per poi piazzarsi decimo agli europei di Barcellona, e anche nel 2011. Prodotto del vivaio dell’Atletica Grosseto, dal 2007 si è arruolato nei Carabinieri. Bronzo a squadre agli europei di cross di Dublino 2009, bronzo sui 5000 metri alle Universiadi 2011 di Shenzhen, in Cina.

stefano la rosa 03“Stefano la rosa è stato il primo atleta insieme a Wilson Busienei a inziare questa avventura insieme a me al Tuscany Camp. Usciva da una storia travagliata a livello personale e tecnico, da grossi problemi, quindi non riusciva bene a allenarsi. E’ stato seguito dal nostro staff, e io con il suo allenatore Claudio Pannozzo di Grossetto, presente stabilmente al Camp per tutta la settimana, siamo riusciti a fare un lavoro di ripresa sia medico che fisioterapico che tecnico. Nel giro di poco Stefano è uscito dal tunnel psicologico in cui si trovava e ha iniziato a correre sempre più forte. In due anni è riuscito a esordire in maratona, tra l’altro con uno degli esordi più forti di tutti i tempi per gli atleti italiani, vincendo la maratona di Treviso. La seconda esperienza è stata ad ottobre, dove si è qualificato per le Olimpiadi. Sarà uno dei tre atleti italiani che rappresenterà l’Italia nella maratona a Rio de Janeiro. Per noi è stata una grande soddisfazione, prima di tutto come italiani e poi come amici. Tra di noi, infatti, si è instaurato un clima molto fraterno, lui sta bene e continua ad allenarsi. Si è integrato benissimo con i ragazzi burundesi e ugandesi e questa cosa lo ha fatto crescere molto, sia dal punto di vista umano che da quello della sua carriera atletica. Ora fa parte della squadra olimpica e sta continuando ad allenarsi al Tuscany da circa due anni ininterrottamente, a parte i periodi in cui deve partecipare ai raduni della nazionale”.

Il Tuscany Camp nasce da un’idea di Giuseppe Giambrone del 2013. Il suo obiettivo era creare una struttura d’eccellenza per la preparazione atletica di giovani e di amatori della corsa che potessero accostarsi a veri campioni e avere la possibilità di vedere come vivono, come si allenano. Giambrone ha voluto portare l’atletica di alto livello alla portata di chiunque volesse vivere questa esperienza. L’ha fatto a San Rocco a Pilli perché la località ha già una storia di atletica alle spalle: qui hanno vissuto diversi campioni del passato che hanno vinto medaglie d’oro mondiali e olimpiche, atleti del calibro di Said Aouita, Venuste Niyongabo, Brahim Boutayeb, Abdelkader El Mouaziz, Diomede Chisahaio.

Condizioni ambientali, paesaggistiche e climatiche ideali hanno reso possibile la nascita del centro sportivo, che si avvale della consulenza specialistica di numerosi medici  e fisioterapisti che prestano la loro opera gratuitamente e sono sempre a disposizione dei campioni.